Ovunque. Tranne a scuola.

Io non sono pessimista: sono un ottimista bene informato.

Mi hanno chiamato a dire qualcosa sull’uso delle “nuove” tecnologie a scuola. Qualcosa di bello, di stimolante, di motivante.

Io so che la rivoluzione digitale è cosa buona e giusta.

E che è bella, leggera, ventosa, intrigante, comoda, indossabile.

Con l’iPad mi porto il mondo che voglio, dove voglio, quando voglio.

Anche qui ed ora, sul mio balcone, con una tazza di té, la brezza fra gli alberi e la gatta sulle ginocchia.

Quella digitale è una rivoluzione gentile, ecologica, elegante, sottilmente intelligente ed ironica.
Ovunque. Tranne a scuola.

Per cui, non so se riuscirò a dire cose carine e motivanti sulle nuove tecnologie a scuola.

Perché la scuola fa di tutto per trasformare la leggerezza in pesantezza. La semplicità in complessità. La libertà in costrizione. La bellezza in grigiore. La creatività in prescrizione. L’apprendimenti in istruzione.

Per far entrare un po’ di aria fresca nell’infilata grigia di aule grigie basterebbe dire ai nostri ragazzi di aprire la finestra che hanno in tasca. O nello zaino.

E respirare il vento di cime tempestose, e il profumo delle ninfee, e il sole di Montmartre e l’inno alla gioia. E salutare il viandante sul mare di nebbia mentre leggiamo la ballata del vecchio marinaio ascoltando un notturno di Chopin.

Già, basterebbe. Ma…

No, non sono pessimista: sono un ottimista bene informato.

 

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5 pensieri su “Ovunque. Tranne a scuola.

  1. Tutto bello, ma… chi è interessato ad aprire i suoi orizzonti, nel web trova lo strumento che lo fa volare sempre più lontano. Chi invece non vuole alzare la testa, nel web trova i materiali per circondarsi di un muro altissimo. Per me il web è solo uno strumento, come un libro; a molti ragazzi occorre insegnare ad aprire quel libro, ad usare quel libro. Aprire il libro e ripetere a memoria non è sapere e così per le nuove tecnologie. Usarle solo per passare il tempo, come, purtroppo, la maggior parte dei giovani fa oggi è circondarsi di un muro altissimo per non voler vedere cosa c’è intorno a te.

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  2. Ho condiviso il post su fb e su Twitter. Potrebbe nascere una bella interessante discussione. Personalmente, spiegando il Romanticismo in 4^ mi sono avvalsa proprio dell’immagine del “viandante sul mare di nebbia”, e il mio iPad è stato validissimo aiuto 🙂
    Tornerò, Ciao!

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  3. Il tuo post è proprio “la brezza fra gli alberi…con la gatta sulle ginocchia”: come non potrei essere d’accordo con una visione così idilliaca di un oggetto talmente potente/dirompente/avvolgente!? Ma quando affermi che “quella digitale è una rivoluzione gentile, ecologica, elegante, sottilmente intelligente ed ironica”…qui mi metti in difficoltà: ecologica…penso a quante onde ci trapassano, elegante…penso a quanti commenti sconvenienti si leggono in facebook…sottilmente intelligente e ironica…gli dai una impegnativa personalità che non so se sia in grado (soggetto: la rivoluzione digitale) di sostenere…Il fatto è che ho in mente tot resistenze di alcuni miei studenti che vorrebbero tornare alla didattica tradizionale perché…perché, ad esempio, entrare in Moodle o guardare per 5 minuti un video di YouTube (io insegno Matematica in un ITIS) è troppa fatica…io tengo duro…qualcuno l’ho anche conquistato…ma gli altri!? Sicuramente, in questa faccenda, una dose di responsabilità ce l’ho anch’io…ma la strada la vedo ancora lunga e accidentata…che sia una non ottimista (pessimista non va bene, come termine!) forse non troppo bene informata!? Che dici!?

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  4. secono me la capacità sta proprio nell’usare tuttti gli strumenti in maniera equilibrata: l’uno non esclude l’altro :-). Personalmente uso la tecnologia, i libri, la musica, il movimento….

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